Workshop di Fotografia con Alessandro Manna

In che modo la fotografia può restituire un’altra immagine della città? Quali sono le forme di narrazione possibili degli spazi urbani? E cosa significa esattamente «narrare» fotograficamente la città?
Il workshop mira a trasmettere ai partecipanti una serie di strumenti concettuali e pratici per narrare «altrimenti» gli spazi urbani, partendo dal presupposto che il lavoro fotografico nel suo insieme – e cioè l’intero processo di concezione e produzione di un lavoro in immagini, dalla prima progettazione alla restituzione pubblica – deve essere inteso come un lavoro di natura essenzialmente eterogenea, impuro, multiplo, ricco di elementi e produttivi coni d’ombra che pur non essendo direttamente connessi con la fotografia partecipano, nello stesso tempo, alla costituzione della «verità» contenuta in un’immagine o in una serie di immagini. Come la realtà, la narrazione fotografica non è mai pura ma già da sempre inserita in un contesto eterogeneo che la connette ad altri «operatori» non strettamente o non direttamente fotografici:

dalle idee e fonti di ispirazione (si pensi alla pittura, alle immagini della vita quotidiana) che mobilitiamo per costruire un progetto, o che sonnecchiano nel nostro inconscio fotografico ispirando segretamente il nostro lavoro, alla materialità dei supporti pensati per restituire pubblicamente le nostre ricerche. In questo senso è possibile pensare al lavoro fotografico come a una vera e propria costellazione di documenti culturali in cui alle immagini più direttamente fotografiche, frutto cioé di un processo fotografico, si unisce una serie di elementi eterogenei: delle forme di scrittura, siano esse operate dall’autore sull’immagine stessa o provenienti dall’esterno, delle immagini già costituite e provenienti dal passato come per esempio foto di famiglia, e ancora dei suoni, dei filmati, delle fonti documentarie relative all’oggetto di ricerca scelto, e così via.

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Alessandro Manna è nato a Taranto nel 1979 e vive a Parigi dal 2005, dove si è formato all’inchiesta etnografica e alla fotografia documentaria e di reportage (Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, ). Ha inoltre frequentato diversi workshop e formazioni con vari fotografi di fama internazionale, tra cui Hannes Schick e Letizia Battaglia. Nel corso degli ultimi anni ha lavorato sulla psichiatria, sui movimenti sociali in Francia e negli Stati Uniti, sulle migrazioni, sulla musica e il milieu hardcore, sull’inquinamento industriale e sulla memoria dei luoghi. Ha pubblicato e diretto fascicoli per le riviste aut aut, Flash !, Pages Romandes, Minority Reports, Les Cahiers Européens de l’Imaginaire. I suoi lavori sono stati esposti – tra l’altro – a Parigi, Le Pré-Saint Gervais, Montpellier, Bari, Lugano. Ha lavorato e lavora come fotografo di scena in differenti teatri parigini (Théâtres du Nord-Ouest, Hébertot, Le Lucérnaire). Fa parte del comitato scientifico di MAG, associazione per la promozione della cultura visuale e fotografica, Valenzano ‑ Bari) ed è membro fondatore del collettivo Action30, per il quale ha recentemente pubblicato – con il fumettista Giuseppe Palumbo (Frigidaire, Martin Mystère, Diabolik) e il filosofo Pierangelo Di Vittorio – il saggio grafico Bazar elettrico. Bataille, Warburg, Benjamin at Work (Lavieri, 2017). Con la performer e scrittrice Maria Fonzino sta attualmente sperimentando Coro Poetico, un progetto ibrido e partecipativo di danza urbana e fotografia presentato al Festival La luna e i calanchi di Aliano, 2017. Nel 2017 ha fondato sempre con Maria Fonzino la casa editrice Les éditions de la pochette rouge, con sede a Parigi.

Per info chiamare il 3925000997 o scrivere a segreteria@cfilcastello.it

18-20 Maggio 2018